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Rigoletto
è un'opera in tre atti di Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, tratta dal
dramma di Victor Hugo Le Roi s'amuse ("Il re si diverte").
La prima ebbe luogo l'11 marzo 1851 al Teatro
Con Il trovatore (1853) e La
traviata (1853) è parte della cosiddetta "trilogia popolare" di Verdi.
Nel dramma di Hugo, che non piacque né al
pubblico né alla critica, erano infatti descritte senza mezzi termini le
dissolutezze della corte francese, con al centro il libertinaggio di Francesco
I, re di Francia. Nell'opera si arrivò al compromesso di far svolgere l'azione
alla corte di Mantova, a quel tempo non più esistente, trasformando il re di
Francia nel duca di Mantova, e cambiando il nome del protagonista da Triboulet a
Rigoletto.
La scena è ambientata a Mantova e dintorni
nel XVI secolo.
Al Palazzo Ducale di Mantova, durante una
festa, il duca discorre con il fido Borsa su una fanciulla (Gilda) che egli vede
sempre all'uscita della chiesa. Borsa lo distrae mostrandogli le beltà delle
dame presenti. Il duca allora, dopo aver intonato una canzone al suo spirito
libertino, corteggia la duchessa di Ceprano, provocando la rabbia del marito,
che viene schernito da Rigoletto, il buffone di corte. Intanto il cortigiano
Marullo racconta ai suoi amici che
Rigoletto, sebbene gobbo e deforme, avrebbe un'amante. Ma la presunta amante,
come si scoprirà, altri non è che la figlia Gilda. Improvvisamente appare il
conte di Monterone, vecchio nemico del Duca, che lo accusa pubblicamente di
avergli sedotto la figlia. Rigoletto lo irride e Monterone maledice lui e il
duca. Il duca ordina di arrestare il conte, mentre Rigoletto, spaventato per le
parole di Monterone, fugge. Mentre è sulla strada di casa il buffone viene
avvicinato da Sparafucile, un sicario prezzolato, che gli offre i suoi servigi.
Rigoletto lo allontana. Quindi, giunto sulla soglia di casa, ripensa alla sua
vita infelice da buffone e alla maledizione di Monterone, che lo ha
profondamente turbato. Tornato a casa, riabbraccia Gilda e raccomanda alla
cameriera Giovanna di vegliare su di lei ma il duca si è già introdotto nella
casa e osserva di nascosto la scena. Poco dopo Rigoletto se ne va e Gilda viene
avvicinata dal duca che le dichiara il suo amore, spacciandosi per uno studente
povero, Gualtier Maldè. Andatosene anche il duca, Gilda canta il suo amore per
lui. Nelle vicinanze Marullo sta organizzando con un gruppo di cortigiani il
rapimento di quella che crede essere l'amante di Rigoletto e si fa aiutare dallo
stesso inconsapevole buffone che, bendato, gli tiene ferma la scala d'accesso al
verone. Solo quando tutti sono partiti, egli capisce la verità.
All'oscuro di tutto, il duca di Mantova,
tornato a cercare Gilda, si dispera per il suo rapimento. Quando i cortigiani lo
informano di aver rapito l'amante di Rigoletto, egli comprende cosa è successo e
si fa portare Gilda in camera. Entra Rigoletto e sfoga la sua ira imprecando
contro i cortigiani che gli impediscono di raggiungere la stanza dove si trova
la figlia. Esce Gilda e finalmente rivela al padre come ha conosciuto il giovane
di cui ignorava la vera identità. Per vendicare la figlia disonorata, Rigoletto
medita una terribile vendetta. Passa frattanto Monterone, che sta per essere
condotto al supplizio. Il vecchio nobile si ferma e osserva il Duca ritratto in
un quadro, constatando che la sua maledizione è stata vana. Quindi esce. Udite
le sue parole, Rigoletto replica che la vendetta invece arriverà. Egli ha già
deciso di rivolgersi al sicario Sparafucile per chiedergli di uccidere il duca.
Rigoletto ha deciso di far toccare con mano
alla figlia chi sia veramente l'uomo che ella continua, nonostante tutto, ad
amare. La conduce perciò alla locanda di Sparafucile, nella periferia di
Mantova, dove si trova il duca, adescato dalla sorella del sicario, Maddalena.
Gilda ha così modo di vedere di nascosto il duca, mentre questi canta un elogio
all'amore libertino. Mentre all'esterno si avvicina un temporale, il duca
amoreggia con Maddalena , quindi va a riposare al piano superiore. Rigoletto dà
ordine alla figlia di tornare a casa e di partire immediatamente alla volta di
Verona, travestita da uomo per la sua incolumità; dopo aver preso accordi con
Sparafucile, si allontana anch'egli dalla locanda. Ma Gilda, già in abiti
maschili, torna presso la taverna e ascolta il drammatico dialogo che vi si
svolge. Maddalena infatti, invaghitasi anch'essa del duca, supplica il fratello
affinché lo risparmi e uccida al suo posto il mandante del delitto, Rigoletto,
non appena giungerà con il denaro. Sparafucile non ne vuole sapere, ma alla fine
accetta un compromesso: aspetterà la mezzanotte e ucciderà il primo uomo che
entrerà nell'osteria. Gilda decide immediatamente di sacrificarsi per il duca:
ella bussa alla porta della locanda e viene pugnalata a sangue freddo dal
sicario. Sparafucile consegna il corpo in un sacco a Rigoletto che è soddisfatto
di aver portato a compimento la vendetta, quando ode in lontananza la voce del
duca che canta La donna è mobile. Sconvolto e raggelato, si chiede allora
di chi sia il corpo nel sacco. Lo apre e vede Gilda in fin di vita, che in un
ultimo anelito chiede perdono al padre e muore tra le sue braccia. Rigoletto,
disperato, si rende conto che la maledizione del vecchio Monterone si è
avverata.